ASSOCIAZIONE DI UTILITÀ E PROMOZIONE SOCIALE - ETS
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L'associazione "Namastè International Community" rappresenta un faro di speranza e positività nel panorama sociale odierno. Nata il 18 febbraio 2016 con l'ambizioso obiettivo di diffondere conoscenza, altruismo, felicità e scambio di saperi, l'associazione ha costruito una solida rete di persone unite da veri ideali etici, altruistici e di condivisione. L'amore per la natura, l'ambiente e ogni essere vivente permea ogni attività dell'associazione.
Il "Progetto 21" , il "Progetto "Scuola del fai da te" e il progetto Fotovoltaico Fai da te" sono solo tre esempi dei numerosi progetti di utilità sociale promossi da Namastè. Attraverso incontri, seminari, viaggi, social network di qualità e laboratori didattici presso le sedi degli associati l'associazione sensibilizzare un numero sempre crescente di persone su temi quali la cooperazione,l' altruismo il rispetto per l'ambiente, il riciclo creativo, il bricolage, il fotovoltaico fai da te, la consapevolezza energetica e la gestione olistica delle energie (mente, corpo, ambiente e spirito).
L'invito a unirsi a questa community virtuosa è rivolto a tutti vicini e lontani:
Collabora con noi: metti a disposizione le tue energie e il tuo entusiasmo per supportare i progetti in corso.
Sostenici a distanza: dona materiali o contributi economici per alimentare la crescita dell'associazione.
Proponi i tuoi progetti: condividi le tue idee e dai vita a nuove iniziative in linea con la mission di Namastè.
Diventa socio: diventa parte attiva della community e partecipa attivamente alle sue attività.
Fai il social promoter: diffondi i valori e gli obiettivi dell'associazione attraverso i social network.
Crea dei gruppi nella tua città: diventa un punto di riferimento per la community locale.
Metti in campo le tue abilità: condividi i tuoi talenti e le tue competenze per arricchire la community.
Iscriviti al sito web di Namastè per rimanere sempre aggiornato sugli eventi e sulle iniziative in programma NAMASTECOMMUNITY.IT
Ogni associato, con il suo contributo di idee, consigli, doti, competenze, progetti, tempo, fede e cuore, alimenta la crescita di quaesta "Community di Vera Fratellanza" per un futuro migliore.
Namastè International Community: è un esempio di come il cambiamento positivo sia possibile, a partire dall'unione di individui che credono in un futuro migliore.
Dal 18 Febbraio 2024 quota associativa di soli 10 euro annuali per dare una possiblilità a tutti. Prova a fare Domanda di ammissione se l' esito sarà positivo riceverai risposta entro 7 giorni e potrai anche tu creare un mondo migliore.
Ogni associato mette in campo o in condivisione le proprie Idee, Consigli, Doti, Competenze, Progetti, Tempo, Fede e Cuore per realizzare una vera e propria Community di Vera Fratellanza.
Questo si chiama Altruismo, Cooperazione, Lungimiranza e Amore per il Prossimo .
CODICE FISCALE 93048950161
LIBERA DONAZIONE SU BANCO BPM
CODICE IBAN: IT30A0503453291000000002150 - Intestato a: Namaste International Community Aps
- CAUSALE: Libera donazione
INFO: WHATSAPP 3202181316
Il "progetto21" è il ventunesimo progetto di utilità sociale promosso dall'associazione no profit Namaste' International Community.
Questo progetto riunisce esperti e appassionati di varie culture discipline competenze hobby verso ideali di cooperazione educazione altruismo e formazione per un mondo migliore cominciando da un piccolo gruppo che si espande senza fine....
Il progetto21 comprende:
Acquaponica Agricoltura eco-sostenibile senza terra Richiesta realizzazione e manutenzione di Orti comunali Acquariofilia - progettazione costruzione tecnica e manutenzione acquari Soluzioni e strategie per un maggior Risparmio Energetico Idrocoltura ( agricoltura semplice e pulita senza terra ) Informazione e formazione - Sull'educazione e il Rispetto per la natura per l'ambiente e per ogni essere vivente. Progettazione Creazione e Manutenzione di laghetti zen e oasi relax presso le ville degli associati e parchi comunali. Progettazione Creazione e Manutenzione di Serre Ricreative Sociali. Gruppo di Acquisto di materiali e oggetti nuovi e usati Progettazione Creazione e Manutenzione di Eco-solarium sociali, Serre e gazebi per momenti di cultura e relax. Depurazione acque per irrigazione Studio e sperimentazione sulla Fitodepurazione Formazione e Informazione gratuita tra gli associati (scambio di saperi) Recupero e Riciclo materiali usati (plastica e legno principalmente) Volontariato e assistenza in località turistiche, agriturismo, floricoltura, orti aziendali in cambio di vitto e alloggio. Gite di gruppo presso Agriturismi , Camping e Vivai Volontariato e scambio di saperi presso i paesi in via di sviluppo tramite la Fondazione Onlus homafoundation.org e tanto altro... http://www.namastecommunity.it/p/progetto21.html
Nel 1973 a New York nasce un supermercato, il Park Slope Food Coop, gestito totalmente dai clienti-soci, impegnati in prima persona nel lavoro di organizzazione e di sviluppo del progetto. I soci, cioè, sono anche impiegati come magazzinieri, operai, contabili, commessi, con un tot di 3 ore mensili che devono obbligatoriamente prestare all'interno del negozio. Si tratta di una vera e propria rivoluzione e i vantaggi sono molteplici: minori costi e, di conseguenza, prezzi più bassi, qualità dei prodotti maggiormente garantita, tracciabilità e trasparenza dal produttore al cliente finale, maggiore equità per i fornitori. Al momento, il punto vendita di Brooklyn coinvolge migliaia di soci cui è affidata la maggior parte del lavoro ma vi sono anche impiegati regolarmente stipendiati dalla cooperativa. La quota annuale per essere soci è di circa 100 euro e viene reinvestita nel progetto stesso.
Arriva in italia la più importante esperienza sociale degli stati uniti.
Ed è una pessima notizia per la grande distribuzione.
I prodotti in plastica sono ovunque, e la maggior parte della spazzatura che la gente produce è composta da contenitori in plastica. Questi, molto spesso, non sono biodegradabili e si degradano in tossine che penetrano nella terra e nelle falde acquifere. i contenitori formano la maggior parte della spazzatura. Fortunatamente, riciclare mantiene la plastica lontano dalle discariche e riduce il consumo delle materie prime utilizzate per nuovi oggetti.
Ti è piaciuto questo video? Ti piacerebbe organizzare una Domenica creativa con tanti altri genitori e bambini? Hai una casa grande per ospitare almeno 15 persone? (al resto ci pensiamo noi) Hai un idea simile alla nostra? vuoi collaborare? Sei un educatore? vorresti collaborare con noi?
La nostra associazione di promozione e utilità sociale invita i suoi associati con famiglia e parenti alla costruzione di bellissimi oggetti con bottiglie di plastica portate da casa.
Per il momento operiamo a Bergamo Milano Monza Novara
Fitorisanamento la tecnica di bonifica delle acque industriali e dei terreni inquinati.
Il fitorisanamento (dal greco φυτος, pianta), fitorimedio o fitorimediazione (in inglese phytoremediation) è una tecnologia naturale di bonifica dei suoli che utilizza alcune piante che sono in grado di fitoestrarre metalli pesanti e/o indurre la degradazione di composti organici in terreni contaminati.
L'idea di base risale già agli anni cinquanta, quando alcuni ricercatori
sovietici osservarono che piante semiacquatiche come il giacinto (Eichhornia crassipes) e la lenticchia d'acqua (Lemna minor)
avevano la capacità di assorbire metalli tossici come il piombo, lo
zinco e il cadmio dalle acque contaminate, o che piante come il
crescione alpino prosperavano in terreni ricchi di zinco e di nichel. Tra le piante con queste caratteristiche è citato l'uso dell'erba storna alpestre, (Noccaea alpestris o Thlaspi alpestre), capace di assorbire zinco, piombo ed altri metalli pesanti dal terreno. Questa pianta, che in Italia cresce spontanea soprattutto sull'Appennino tosco-emiliano,
si sviluppa bene sul suolo inquinato dai metalli pesanti, che per
elevate concentrazioni potrebbero essere tossici per altre specie
vegetali. Grazie a dei geni contenuti nel suo Dna, assorbe metalli dalle radici e li accumula nelle foglie all'interno dei vacuoli dove restano intrappolati fino a quando le foglie non cadono sul terreno. Anziché lasciare che le foglie cadano queste possono essere recuperate,
essiccate e trasformate in polvere ricca di metalli pesanti che possono
essere estratti e utilizzati nell'industria. L'erba alpestre non ha necessità dei metalli pesanti per crescere ma in
questo modo diminuisce la concentrazione di sostanze tossiche alle sue
radici. Altre piante iperaccumulatrici di sostanze tossiche sono state
trovate tra le famiglie di Brassicaceae, Euphorbiaceae, Asteraceae,
Lamiaceae, e Scrophulariaceae. Tra di esse si ricordano alcuni esempi:
Vetiver (Chrysopogon zizanioides) – assorbe metalli pesanti;
Pioppo ibrido (Populus) - assorbe arsenico, cadmio e zinco
Il fitorisanamento è una straordinaria tecnologia totalmente naturale
che emerge nell’ambito dei più moderni sistemi di bonifica sostenibili,
e che permette di ripristinare terreni industriali inquinati
semplicemente piantumandoli con determinate piante “minatrici”, che si nutrono di metalli pesanti o composti organici estraendoli dal terreno, e rigenerano quindi il suolo inquinato.
Una pianta per bonificare l’Ilva di Taranto Varie sono le piante che possono essere usate nel fitorisanamento e
nella bonifica dei terreni inquinati e ad ognuna corrisponde una
determinata caratteristica di estrazione, come per esempio il vetiver (Chrysopogon zizanioides) e la canapa (Cannabis Sativa) noti per assorbire i metalli pesanti in genere, il girasole selvatico (Helianthus Rigidus) che assorbe il nichel e il cromo, la senape
indiana (Brassica Juncea) che si nutre di vari metalli tra cui il
piombo, il cesio, il cadmio, il nichel, lo zinco e il selenio.
Varie sono le piante che possono essere usate nel fitorisanamento e
nella bonifica dei terreni inquinati e ad ognuna corrisponde una
determinata caratteristica di estrazione, come per esempio il vetiver (Chrysopogon zizanioides) e la canapa (Cannabis Sativa) noti per assorbire i metalli pesanti in genere, il girasole selvatico (Helianthus Rigidus) che assorbe il nichel e il cromo, la senape
indiana (Brassica Juncea) che si nutre di vari metalli tra cui il
piombo, il cesio, il cadmio, il nichel, lo zinco e il selenio.
Anche alcuni alberi possono essere usati per la fitodepurazione, come per esempio il pioppo, pianta dall’alto potere evapotraspirativo
(che ne denota il flusso del passaggio dell’acqua dallo stato liquido a
quello di vapore e la diffusione del vapore acqueo dalla superficie
vegetale all’atmosfera circostante) e ad alta formazione di biomassa, è
capace di assorbire e accumulare nei suoi tessuti notevoli quantità di
metalli durante il suo ciclo di vita.
QUALI SONO I BENEFICI DEL FITORISANAMENTO?
I benefici dati dall’uso del fitorisanamento sono molteplici: innanzitutto è una tecnica a basso impatto ambientale e a bassissimo costo,
specialmente se lo si paragona ai metodi canonici di bonifica del
territorio, che prevedono sbancamento del terreno inquinato, trasporto
di tonnellate di materiale, oltre che il costo di smaltimento. La
fitobonifica comporta anche un incremento della fertilità del suolo, un’azione di contrasto alla desertificazione e deforestazione, e un’azione di cattura e sequestro di anidride carbonica.
Inoltre dalla coltivazione delle piante per fitodepurazione si può ricavare una biomassa utilizzabile per uso non alimentare ma, come per la canapa, nel campo tessile e edile: infatti dalla canapa si possono creare materiali diversi utili per l’impiego nella bioedilizia, oltre che appunto fibre per tessuti naturali e carta. Per alcune piante inoltre è possibile riestrarre dalle radici o dalla
foglia il metallo pesante fitoestratto, e reinserirlo in un nuovo ciclo
produttivo, cosa che piacerebbe molto al Signor Pauli, ideatore della
Blue economy, che giustamente insiste sull’importanza del non creare
rifiuti ma di riutilizzare gli scarti di una produzione per uno nuovo ciclo produttivo.
IL PROCESSO DEL FITORISANAMENTO
Per attuare il fitorisanamento di un’area prima di tutto è importante uno studio approfondito del sito da risanare,
in modo da individuare la specie di pianta più adatta da usare a
seconda delle caratteristiche specifiche del terreno contaminato e del
tipo di inquinanti presenti. Inoltre è necessario che per tutta la
durata della fitodepurazione vi sia un’ampia e costante attività di
ricerca di supporto, tale da monitorare l’andamento del risanamento stesso. Per quanto riguarda gli inquinanti assorbiti dalla piante, le sostanze possono essere o metabolizzate e trasformate in qualcos’altro (fitometabolizzazione), o stoccate (fitodeposito) o recuperate (fitoestrazione) come si può fare per esempio con rame e ferro bruciando le foglie delle piante minatrici. Il solo lato negativo di questa tecnica è che ha un’applicabilità limitata per via del tempo relativamente lungo dell’intero processo di smaltimento delle sostanze nocive, legato al ciclo di sviluppo della pianta.
ESEMPI DI APPLICAZIONE
Per quanto riguarda l’applicazione del fitorisanamento, esistono già
diversi studi autorevoli e alcuni precedenti di applicazione, come in Polonia nella zona interessata dal disastro nucleare di Chernobyl
(dove le piante utilizzate per fitodepurazione dovranno comunque essere
smaltite nei siti di depositi per le scorie radioattive), e anche dagli
studi effettuati in Italia, a portoMarghera in Veneto, in Campania e in Puglia.
In particolar modo si manifesta la volontà da parte di attivisti,
studiosi, agricoltori di utilizzare questa tecnologia per ripristinare
il territorio di Masseria del Carmine a Taranto, dove
nel 2008 le aziende agricole limitrofe alle acciaierie furono costrette
ad abbattere 600 capi di bestiame contaminati da diossina e Pcb. Anche in Campania, nell’ex area industriale dell’Italsider di Bagnoli,
popolazione locale, attivisti e anche qualche amministratore,
vorrebbero che si procedesse a ripulire il sito con tecniche di
fitodepurazione dato che, come sostiene Amalia De Simone nell’articolo
sulle inchieste del Corriere della Sera “Terra dei fuochi, quelle piante che ripuliscono dai veleni”(11/02/2014),
l’area sarebbe già stata rigenerata due volte con metodologie classiche
e pesantemente impattanti, ma pare che il lavoro eseguito non abbia
sortito effetti favorevoli, tanto che l’area risulterebbe a tutt’oggi
più inquinata di prima. La tecnologia di rigenerazione del territorio ha –come si può facilmente dedurre– un potenziale enorme,
se si pensa a tutte le aree che dovrebbero essere risanate, come per
esempio ex discariche o ex zone industriali, e apporterebbe benefici sia
al territorio che all’ecosistema locale, oltre che all’economia della
zona trasformandosi in volano economico. Nucleare: girasoli per ripulire suolo radioattivo Fukushima
Scienziati Giappone, piano naturale su esperienza Cernobyl
ANSA) - TOKYO - Campi di girasoli a perdita d'occhio per ripulire il suolo contaminato vicino alla centrale nucleare di Fukushima: e' l'idea di un gruppo di ricercatori nipponici, secondo cui, sull'esempio di quanto gia' sperimentato dopo il disastro di Cernobyl, i fiori gialli potrebbero assorbire il letale cesio radioattivo emesso dal disastrato impianto. Il progetto ecologico e' stato presentato da Masamichi Yamashita, a capo di un team di scienziati che studia agricoltura spaziale presso la Jaxa, l'agenzia spaziale nipponica, che ha invitato a piantare semi di girasole nelle vicinanze di Fukushima n.1 per sfruttare la capacita' dei fiori di assorbire alcune sostanze inquinanti, tra cui quelle altamente radioattive come il cesio 134 e 137.
Il piano prevede la coltivazione di girasoli non solo intorno alla centrale, dove l'inquinamento da isotopi radioattivi e' piu' grave, ma anche nei giardini delle scuole situate nel raggio di 30 km dall'impianto, nella speranza che i fiori possano anche diventare un simbolo naturale di rinascita. Il gruppo di scienziati ha gia' raccolto circa 300 kg di semi di girasole per avviare l'iniziativa, che tuttavia deve affrontare il problema di come smaltire i fiori contaminati: al momento la soluzione piu' efficace appare il trattamento delle piante con batteri usati nello smaltimento dei rifiuti, che permetterebbe di ridurre la massa dei fiori all'1% del volume originale. I girasoli sarebbero poi gestiti alla stregua di veri e propri rifiuti nucleari.
''Stiamo ancora pianificando le strutture di decomposizione e altri dettagli - ha spiega Yamashita allo Yomiuri Shimbun -. Pensando alla semina in autunno, speriamo di coinvolgere nel progetto il maggior numero di persone possibile''. (ANSA).
Ricerca di Bardoni Raimondo responsabile tecnico del "Progetto21" Progetto di utilità sociale promosso dall'associazione no-profit Namastè International Community
Per collaborazioni e volontariato scrivi a raymondbard@hotmail.it
Tanti ottimi motivi per divulgare tramite la nostra associazione di promozione e utilità sociale il progetto Idroponica in Italia e nei paesi in via di sviluppo.
"Progetto 21"
IdroColtura AcquaPonica FitoDepurazione e Fotovoltaico per un mondo Migliore.
Abbiamo deciso di riunire i migliori esperti per progettare sperimentare e divulgare in Italia e nei paesi di sviluppo tramite la fondazione onlus Homa Foundation , aziende, associazioni, un insieme di conoscenze eco-sostenibili per un mondo migliore...
Per acquaponicasi intende una tipologia diagricolturamista adallevamentosostenibile basata su una combinazione diacquacolturaecoltivazione idroponica, al fine di ottenere un ambientesimbiotico. In un sistema acquaponico l'acquadelle vasche per acquacoltura viene pompata in quelle idroponiche, in modo tale che le piante che vi si trovano possano filtrarla sottraendo diversesostanze di scartodeipesci, traendone contemporaneamente nutrimento. L'acqua così filtrata potrà quindi essere reimmessa nelle vasche per acquacoltura e riprendere il suo ciclo.
I sistemi di acquaponica possono essere di varie dimensioni: da piccoli impianti domestici a grandi impianti di dimensioni industriali.
- Più libertà economica/finanziaria e alimentazione sana.
- Agricoltura senza l'utilizzo di terra e fatica.
- Allevamento e consumo a km zero di pesce fresco e sano.
- Si risparmia circa il 90% di acqua che si adopera in un giardino o fattoria.
- Qualsiasi spazio è adatto a questa tecnica , anche 2 metri quadrati da sfruttare in altezza vanno benissimo per cominciare.
- Nessun bisogno di fertilizzante: Non c'è nessuna necessità di acquistare, o anche utilizzare qualsiasi fertilizzante. Questo non solo permette di risparmiare denaro, ma anche tempo e fatica. Per non parlare che è buono per l'ambiente! Come è possibile? Beh, il pesci creano il fertilizzante per le piante.
- Non serve mixare terra, sabbia e altro per creare un habitat particolare per ogni pianta.
Senza terra non avremo problemi di parassiti e malattie alle piante.
- Possiamo anche ottenere dal nostro impianto di acquaponica cibo genuino proveniente dal nostro allevamento di pesci e verdura biologica
- Nessun problema di siccità: L'acquaponica funziona anche durante i periodi di siccità e in luoghi con scarsità di acqua.
- Massima crescita e massimo raccolto per ogni pianta.
- Non produciamo rifiuti: Tutti i "rifiuti" sono utilizzati nel sistema di ricircolo.
- Non sono necessari pesticidi, erbicidi e altre sostanze pericolose che alcuni contadini sono costretti a utilizzare per vari motivi.
- Produzione di cibo in ogni luogo e tutto l'anno. In casa , in giardino sul balcone in montagna, nel tuo orto comunale.
- Semplice naturale educativo: Un progetto che avvicina persone di tutte le età per sviluppare ingegno creatività conoscenza e rispetto per la natura e l'ambiente.
- Questo meraviglioso progetto vi darà la possibilità di risparmiare tempo, lavoro e denaro durante la coltivazione di quasi tutte le specie vegetali e pesci.
- Ottimo impatto visivo per i visitatori del tuo locale e massima comunicazione di sensibilità e attenzione per la natura e l'ambiente.
Il nostro progetto prevede l'invio di nostri associati esperti presso ville, vivai, agriturismi , parchi privati e comunali in cambio di una libera donazione per le spese di spostamento e vitto/alloggio.
Libera Donazione per chi ci vuole aiutare da lontano....
Le donazioni liberali a favore di Associazioni di Promozione sociale, sono detraibili dall’Irpef nella misura del 19%, da calcolare su un importo massimo complessivo di 2.065,83 euro.