UNISCITI A NOI

L'associazione "Namastè International Community" rappresenta un faro di speranza e positività nel panorama sociale odierno. Nata il 18 febbraio 2016 con l'ambizioso obiettivo di diffondere conoscenza, altruismo, felicità e scambio di saperi, l'associazione ha costruito una solida rete di persone unite da veri ideali etici, altruistici e di condivisione. L'amore per la natura, l'ambiente e ogni essere vivente permea ogni attività dell'associazione. Il "Progetto 21" , il "Progetto "Scuola del fai da te" e il progetto Fotovoltaico Fai da te" sono solo tre esempi dei numerosi progetti di utilità sociale promossi da Namastè. Attraverso incontri, seminari, viaggi, social network di qualità e laboratori didattici presso le sedi degli associati l'associazione sensibilizzare un numero sempre crescente di persone su temi quali la cooperazione,l' altruismo il rispetto per l'ambiente, il riciclo creativo, il bricolage, il fotovoltaico fai da te, la consapevolezza energetica e la gestione olistica delle energie (mente, corpo, ambiente e spirito). L'invito a unirsi a questa community virtuosa è rivolto a tutti vicini e lontani: Collabora con noi: metti a disposizione le tue energie e il tuo entusiasmo per supportare i progetti in corso. Sostenici a distanza: dona materiali o contributi economici per alimentare la crescita dell'associazione. Proponi i tuoi progetti: condividi le tue idee e dai vita a nuove iniziative in linea con la mission di Namastè. Diventa socio: diventa parte attiva della community e partecipa attivamente alle sue attività. Fai il social promoter: diffondi i valori e gli obiettivi dell'associazione attraverso i social network. Crea dei gruppi nella tua città: diventa un punto di riferimento per la community locale. Metti in campo le tue abilità: condividi i tuoi talenti e le tue competenze per arricchire la community. Iscriviti al sito web di Namastè per rimanere sempre aggiornato sugli eventi e sulle iniziative in programma NAMASTECOMMUNITY.IT Ogni associato, con il suo contributo di idee, consigli, doti, competenze, progetti, tempo, fede e cuore, alimenta la crescita di quaesta "Community di Vera Fratellanza" per un futuro migliore. Namastè International Community: è un esempio di come il cambiamento positivo sia possibile, a partire dall'unione di individui che credono in un futuro migliore. Dal 18 Febbraio 2024 quota associativa di soli 10 euro annuali per dare una possiblilità a tutti. Prova a fare Domanda di ammissione se l' esito sarà positivo riceverai risposta entro 7 giorni e potrai anche tu creare un mondo migliore.
Ogni associato mette in campo o in condivisione le proprie Idee, Consigli, Doti, Competenze, Progetti, Tempo, Fede e Cuore per realizzare una vera e propria Community di Vera Fratellanza. Questo si chiama Altruismo, Cooperazione, Lungimiranza e Amore per il Prossimo . CODICE FISCALE 93048950161 LIBERA DONAZIONE SU BANCO BPM CODICE IBAN: IT30A0503453291000000002150 - Intestato a: Namaste International Community Aps - CAUSALE: Libera donazione INFO: WHATSAPP 3202181316

Visualizzazioni totali

Lettori fissi

Translate

Visualizzazione post con etichetta FORMAZIONE. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta FORMAZIONE. Mostra tutti i post

lunedì 20 febbraio 2017

"La voce" la vibrazione dell'anima articolo di Zanoli Mario Educatore di Namaste' International community

Trasparenza…..la voce
Una persona è in grado di mentire, ma la voce in sé non inganna.
Il timbro, l’intonazione, i silenzi, “parlano” in maniera sincera, traducono il vero suono dell’anima di una persona, non soltanto rappresentano, ma piuttosto mostrano ciò che nascondiamo sotto la maschera.
La voce è lo specchio di ciò che sentiamo. Quando siamo emozionati la nostra voce non può nasconderlo. La voce è nel lasciare uscire, non per trattenere, si ottiene quando un flusso d’aria si muove dall’interno del corpo al mondo, quando il vento si muove da noi verso gli altri.
Senza una buona preparazione però non può che esservi un gesto vocale che non siamo totalmente noi, perciò prima di essere voce, dobbiamo essere respiro. Imparare a respirare è il primo passo per emettere un suono.
Senza respiro non v’è suono. L’atto del respiro è la preistoria di ogni voce
Siamo creati dalla nostra storia. La vita crea vita. La nostra vita inventa la nostra vita.
Il passato che ci capita di disegnare segna necessariamente il percorso futuro, poiché cambia ciò che siamo nel presente. Il nostro approccio alle cose cambia a causa di eventi che abbiamo dovuto affrontare. Gli eventi più drammatici solitamente sono quelli che divengono i più importanti per farci evolvere e forse per renderci migliori, in un certo modo più maturi. Credo sia irreversibile poiché ciò che si impara non possiamo dimenticarlo. Possiamo fare finta non sia mai esistito, ma quell’evento, quel segno, quella persona, rimane in noi, latente. Credo sia più saggio accettare ciò che succede, anziché negarlo, e in seguito trasformarlo nell’ennesimo passo del nostro cammino.
Il nostro spirito si modifica grazie all’esperienza.
 Il corpo si modifica grazie al tempo.
Il tempo modifica la voce. La voce è cosa viva, perché è in divenire.
Cambia dal mattino al pomeriggio, cambia dopo un riscaldamento, cambia dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua, dopo aver parlato per del tempo, dopo essere stati in silenzio per del tempo, la voce cambia dopo aver visto una persona per noi importante, dopo una discussione, dopo una piacevole serata, anche semplicemente se pensiamo a qualcosa anziché qualcosa di altro. Si possiede una voce prima o dopo aver fatto all’amore.
Esiste poi una voce piena di “non detti”, una voce che non è abituata a parlare, una voce non abituata a un pubblico, una voce infantile, una voce sicura, una voce fastidiosa.
La voce che abbiamo da bambini si sviluppa e segna il nostro passaggio con l’età più adulta, una voce che sarà altra da ciò che ascolteremo quando saremo anziani: poiché la voce è nel tempo, attraversa il tempo, e attraverso il tempo si evolve, si muove, si trasforma. La voce è un corpo vivente, oltre che essere nel corpo vivente. A causa di blocchi emotivi si può persino perdere la voce ed arrivare all’afonia. In quest’ultimo caso però è possibile andare oltre il momento di non-suono, raggiungendo una coscienza di noi, superando i blocchi interiori, si può raggiunge così nuovamente una capacità di aprirci al mondo e perciò di emettere la nostra voce: concediamo a noi stessi di aprire l’io al mondo e di accogliere il mondo in noi. Accettiamo cioè un dialogo tra noi stessi e il mondo, poiché il mondo è intorno a noi.
La nostra voce coincide con la nostra identità. Quando non abbiamo la voce “a posto”, siamo “giù di voce”, anche emotivamente ci sentiamo indeboliti. È come se ci guardassimo allo specchio e non vedessimo la persona che siamo abituati a vedere riflessa. A volte accade e nascono momenti di profonda riflessione verso ciò che siamo in un dato momento della nostra vita. Poi comprendiamo che ogni “crisi” in realtà è un momento di lucidità nei confronti di noi stessi. Crisi è dal latino crisis, «scelta, decisione, fase
decisiva di una malattia», è cioè un momento importante, poiché “porta qualcosa”. L’ascolto della nostra voce è un momento di crisi nei confronti di ciò che crediamo di essere. Imparare ad accettare la nostra voce è imparare a vedere noi stessi dall’esterno, e perciò rendere possibile un dialogo con quell’esterno.

Lavorare sulla propria voce significa aprire un lavoro di coscienza del proprio corpo, e ancor prima della propria anima. Ho scelto non a caso una parola maschile (corpo) e una femminile (anima), per chiarire che serve equilibrio delle nostre parti. Lavorare sulla voce significa scavare nei limiti e nelle qualità che la natura ci ha concesso. Imparare ad ascoltare il respiro, poiché è da esso che costruiamo voce e spirito. Lavorare sulle proprie barriere, porci le giuste domande, per scavalcare ciò che siamo in quel dato momento del nostro percorso di vita. Imparare a parlare è un atto rivoluzionario per la costruzione della propria personalità, costruisce uno dei mezzi della nostra comunicazione, forse il principale anche se non il solo. Imparare a parlare, però, non significa imparare a comunicare in modo ottimale. Troppi muri ci impediscono di esprimere al meglio ciò che siamo. Interrompere la costruzione di quei muri, per poi abbattere quelli che non sono necessari, può essere parte di quel percorso. Non a caso, la voce veste colori differenti in base alla nostra emotività.
La parola migliorare credo sia legata agli strumenti che impariamo a costruirci nel corso della vita. Più strumenti possediamo, più saremo in grado di reagire alle avversità con cui dovremo confrontarci, e più saremo portati a beneficiare dell’occasione che è la vita stessa. Migliorare la propria voce credo sia da legare all’idea di benessere. In quale modalità ci sentiamo a nostro agio? Cosa non riusciamo ad esprimere? Quale bisogno abbiamo? Quale uso facciamo della nostra voce, anche professionalmente? Penso che rispondere a queste domande potrebbe indicare la via giusta per arrivare a sentirci con una voce nella quale ci sentiamo più “presenti”: a sentirci la nostra voce in maniera sana.
Certamente. Preferisco non parlare di vero o falso, ma di trasparenza. Una voce è sempre vera, poiché comunque traduce un disagio. Ciò che è fondamentale è saper ascoltare, che è la base di ogni linguaggio, di ogni comunicazione. L’ascolto viene prima dell’atto vocale o dell’atto comunicativo in generale. Il pubblico in sala si mette in silenzio e poi inizia lo spettacolo. In un dialogo, se vi è rumore, confusione, spesso si preferisce non dire nulla. Ascoltare una voce significa vedere cosa nasconde, notarne perciò la verità. Ma deve essere permesso. È solo grazie al silenzio che esiste la voce, altrimenti si avrebbe soltanto rumore e caos. Una voce che sentiamo autentica è una voce in cui traspare in maniera evidente il segreto che porta in dote, la storia che ci vuole raccontare. Nella voce esiste una storia anche prima che ci venga raccontata dalle parole, poiché la storia è la voce stessa.
Potremmo definire le emozioni come aperture e chiusure di quella porta che è l’interiorità umana. Quest’ultima è una costruzione complessa, creata dalla propria storia, la cultura in cui si è immersi quotidianamente, la struttura familiare, sociale, nazionale, religiosa e persino naturale, peculiare di ciascuno. La rabbia può essere fredda, muta, esplosiva, tenderà a chiudere la gola, ad attivare certi muscoli piuttosto che altri. Comprendiamo che certe emozioni attivano certi muscoli, ma potremmo persino dire che in base ai muscoli attivati ognuno di noi raccoglie “emozioni” differenti. Paura, vergogna sono emozioni che portano i soggetti a ritrarre se stessi, tirarsi indietro dal mondo, si avrà una voce insicura, non stabile, il diaframma (semplifico sebbene sarebbe più corretto scrivere “i diaframmi”) non lavorerà con la giusta elasticità, non aiutando la stabilità della voce (e della propria emotività). La tristezza è un valore emotivo forte, è possibile coinvolgere un ascoltatore proprio per la tristezza che è trasmessa dalla voce, parlata o cantata; la tristezza nella voce può essere letta come valore che traduce verità, un dono sincero di quella voce, di quella persona a chi sta ascoltando. In generale ogni occasione di tensione però non permetterà al vocal tract il raggiungimento di una performance “economica” della voce, serve equilibrio e controllo per rendere al meglio l’atto vocale, sembra emergere il prezioso concetto di “voce eufonica”. Essendo quest’ultimo tema vasto e delicato, la mia osservazione si soffermerà soltanto su un aspetto: l’affidabilità di ciascuna voce nel tempo. Una voce deve poter essere riproducibile, deve “tenere” nel tempo, non affaticarsi. Emozioni forti come rabbia, paura, vergogna, tristezza, che abbiamo appena nominato, richiedono un grande dispendio di energia umana, tali emozioni non possono essere “tenute” troppo a lungo, lo spirito forse non è in grado di sostenerle e la voce nemmeno. Perciò serve scioglierle e naturalmente lasciarle andare. Una tensione però non impedirà alla voce di trasmettere comunque emozioni profonde: in qualche modo la voce è sempre trasparenza. Essenziale è infine la capacità di lettura di chi ne sarà testimone, chi saprà ascoltare davvero (poiché non tutti sanno ascoltare), chi saprà tradurre la verità contenuta nella voce stessa: voce come specchio.

di Zanoli Mario 

L' Empatia secondo Zanoli Mario Educatore del Progetto di utilità sociale "Gold Angel" - Life Coach


EMPATIA
Empatia trovo sia una dote fantastica e molto utile da coltivare e magari  sviluppare per stare bene con noi stessi e con gli altri.
È risaputo che dobbiamo prima di tutto trovare un benessere interiore con noi stessi, per essere poi in grado di sentirci bene e in armonia con le altre persone con le quali quotidianamente interagiamo.
Molte persone spesso trovano difficoltà a relazionarsi con gli altri. 
Si sentono impacciate e incapaci di trovare quel giusto punto di incontro, tale da instaurare un sano rapporto interpersonale.Eppure basterebbe davvero poco: un pizzico di Sensibilità Empatica risolverebbe tante incomprensioni!Non ci credete?
Secondo voi da cosa hanno origine i disguidi e le incomprensioni?
Semplicemente dalla scarsa abilità di riuscire a mettersi nei panni degli altri per capire se effettivamente hanno compreso le nostre parole e le nostre intenzioni.
Empatia significato: immedesimarsi negli altri per comprendere le loro emozioni e i loro stati d’animo durante le interazioni. 
Vi sembra difficile? Lo è se pensate che lo sia.
Se invece aprite la vostra mente e il vostro cuore all’altro e a quello che in quel momento cerca di esprimervi, allora vedrete che imparerete ad avere nuovi occhi, osservando il mondo attraverso il filtro straordinario dell’Empatia.
Empatia Cognitiva
È quella tipologia di empatia che permette di intuire chiaramente quello che l’altra persona pensa e di comprenderne a fondo il suo punto di vista. È l’empatia tipica utilizzata dai grandi oratori, dai venditori e dai negoziatori. 
Sostanzialmente, tra tutte le forme di empatia, è quella meno profonda e sviluppata, poiché se da una parte vi è la comprensione delle emozioni altrui, dall’altra spesso manca la compassione e il desiderio di preoccuparsi effettivamente di cosa provano le altre persone e di voler quindi fare qualcosa per aiutarle. Possiamo dire che l’Empatia Cognitiva è un’empatia a metà, quasi apparente in quanto alla comprensione degli stati d’animo altrui non segue un reale desiderio di far scaturire un’azione che sia utile al benessere dell’interlocutore. Sono dotati di questa tipologia empatica soprattutto i caratteri narcisisti, manipolatori e macchiavellici (hai mai sentito parlare dei Vampiri Energetici che ti rubano l’energia? Probabilmente è questa la loro forma di Empatia!)
Empatia Emotiva o Affettiva
In questo secondo tipo di empatia, il rapporto che si crea è più profondo e si è in grado non solo di comprendere ma anche di provare davvero dentro se stessi le sensazioni delle altre persone. È stato scientificamente provato che durante questa fase dell’Empatia vi è un vero e proprio rispecchiamento del sistema di neuroni che attivano nei nostri circuiti cerebrali le stesse emozioni che stà vivendo la persona che abbiamo davanti. L’Empatia Emotiva o Affettiva è quindi un gradino più in alto rispetto a quella Cognitiva poiché ci permette di comprendere e anche sentire sulla nostra pelle gli stati d’animo altrui ma non necessariamente di provare compassione per essi.
Empatia Compassionevole
Questa ultima tipologia di Sensibilità Empatica implica quella che viene definita Preoccupazione Empatica. Ovvero nell’Empatia Compassionevole sono fuse assieme tutte le doti degli altri due tipi di empatia e siamo quindi in grado di comprendere le emozioni dell’altro, di provarle dentro di noi e in più riusciamo anche a capire come aiutare la persona che abbiamo davanti. Nasce in noi la compassione e il desiderio di prodigarci per l’altro in modo da alleviare le sue sofferenze e renderci utili al suo star bene. È questa quindi la forma di Empatia più vera ed autentica, quella di coloro che fanno dell’altruismo e del benessere della collettività la loro bandiera e la loro missione di vita.

Conclusioni
Come avete visto l’empatia è una capacità poliedrica con diverse sfumature. Avete capito qual è quella che prevale maggiormente nel vostro comportamento?
In linea di massima ciascuno di noi possiede un mix delle tre tipologie di Sensibilità Empatica anche se una tende spesso a prevalere sulle altre e a raccontare molto del nostro modo di essere.
Io sono pienamente convinto che essere empatici, di qualsiasi forma o tipologia, sia senza dubbio un bel vantaggio che ci aiuta a trovare quel feeling ottimale con le persone che ci sono vicino, non solo nella nostra vita privata ma in tutti gli ambiti.

Sviluppare la Sensibilità Empatica non può che migliorare i nostri rapporti interpersonali. Quasi come una sottile ed invisibile linea di energia, l’Empatia è quella forza straordinaria che avvicina ed unisce per qualche istante le nostre menti, creando quella sintonia magica e perfetta che emana armonia e benessere interiore.

Zanoli Mario 


lunedì 30 gennaio 2017

AIUTIAMO LA PICCOLA ANNA A STUDIARE PER UN MONDO MIGLIORE - chi è Anna ? cosa farà Anna?










Anna è una ragazzina di quindici anni molto speciale che abita in un nuovo insediamento in periferia della capitale Nairobi Onata Rongai in Kenya.
Anna è una sognatrice con  un forte desiderio di studiare e imparare tante cose  per  migliorare  le condizioni sociali ed  economiche del suo paese e nello stesso tempo essere un esempio per tutti.

Anna sogna un Mondo Migliore già da molti anni ecco perchè ama e desidera andare a scuola.
Anna è molto brava a scuola perchè crede nell'itruzione e nella formazione come mezzo per combattere l'ignoranza e la povertà.
Anna è già un esempio per le sue sorelle per i suoi compagni di scuola e presto sarà un esempio per tutto il mondo dato che abbiamo deciso di seguirla nel suo percorso scolastico ed evolutivo.

La mamma di anna di origine Ugandese non ha abbastanza denaro per pagare gli studi di Anna e perciò Anna ha chiesto aiuto a Vincenzo Sestan volontario e presidente della Homa Foundation  in missione in quel paese per un progetto di aiuto alle donne disabili e maltrattate dagli uomini.

Il grande Vincenzo ha chiesto alla nostra associazione se potevamo divilgare e promuovere questa piccola raccolta di grande valore.

Quanto serve ad Anna per frequentare l'anno scolastico ?
260 euro ( iscrizione scuola, divisa, quaderni, penne e matite)
Se entro il 15 febbraio la raccolta supera le 260 euro il resto verrà usato per quaderni, penne e matite per le sorelle di anna e i suoi compagni di classe..
ogni 60 centesimi in più riusciremo a comprare quaderni penne e matite per 10 bambini.
Il tutto sarà fotografato e saranno messe in rete scontrini e resoconti comprese le foto di Anna e gli altri bambini felici per il nostro gesto.

Anna ha riferito al signor Sestan Vincenzo che per lei questo è  un prestito di dignità e un giorno potrà ricambiare questo aiuto.

I fondi raccolti verranno dati direttamente alla scuola e se rimarranno  alcuni centesimi si acquisteranno quaderni e matite.

Ad ogni persona che effettuerà la propria donazione verranno forniti più dettagli  e contatti oltre a una gratitudine eterna.

Se oggi non hai possibilità  economica potresti condividere più volte al giorno questa richiesta di aiuto tramite social network  magari un tuo amico o conoscente ci potrebbe aiutare. 
Grazie di cuore.

Invia mail a: info.namastecommunity.it  o whatsapp 3202181316 per le coordinate per la donazione.
Potete donare tramite:

Bonifico bancario:
 UNICREDIT BANCA
CODICE IBAN: IT95C0200852750000104170521

con causale:  "aiutiamo Anna a studiare" 
 NAMASTE INTERNATONAL COMMUNITY NO PROFIT CODICE FISCALE 93048950161 
(Le donazioni liberali a favore di Associazioni di Promozione sociale, sono detraibili dall’Irpef nella misura del 19%, da calcolare su un importo massimo complessivo di 2.065,83 euro.)
o
PayPalPayPal clicca quì

Postepay: Chiedi con sms o whatsapp il numero di carta



Inizio Raccolta donazioni 30 Gennaio 2017 - "Aiutiamo Anna  a studiare "

- Raymond. B.               20 euro
- Giulio e Elena P.        10 euro
- Claudia Brivio            10 euro
- Mario e Mariarosa     20 euro
- Giovanna Rav            10 euro
- Massimo Bresc          10 euro
- Michele Stedile          10 euro
- Giulio Lorenzi            10 euro
- Cinzia Acciarri.         10 euro
- Giusi Mor..                  10 euro
- Florentina Valeri.     10 euro
- Livio e Anna              10 euro   
- Michele Stedile          20 euro
- Raymond Bard          50 euro   
- Giovanna Rav           20 euro
- Claudia Brivio          20 euro  
- Francesco Bardoni   10 euro       


(Abbiamo tempo fino al 16 febbraio 2017
poi provvederemo alla spedizione tramite Western Union che avrà un costo di circa 15 euro )






La casetta della famiglia di Anna




sabato 28 gennaio 2017

Creare e Pubblicare video presto sarà un normale lavoro da casa - Noi vogliamo premiare i video di utilità Sociale


Come molti di voi già sanno "YouTube"  paga agli autori dei video, in base  la quantità di visualizzazioni indipendentemente che il video sia di utilità sociale o meno..
Come avrete notato i video che trasmettono scandali, violenza, rabbia, paura sono i più visualizzati..
Perciò che tipo di esempio diamo ai nostri figli ?
Vogliamo che tutti i futuri registi o blogger  per farsi una paghetta mensile sfornino dei video come quelli indicati sopra?

Perché invece non si premia il contenuto o la qualità?
Io presidente dell'associazione di utilità e promozione sociale Namaste' International proporrò al mio consiglio amministrativo di premiare ogni mese con donazioni di denaro e benefit alcuni meritevoli autori di video su YouTube.
Verranno premiati i video che ci segnaleranno i nostri associati, amici e sostenitori, video che trasmetteranno messaggi di altruismo, Volontariato, educazione civica e amore per l'ambiente e per gli animali..
(Raymond Bard)

Tu cosa ne pensi?

Se il tuo pensiero è positivo potresti già condividere questo mio post.








 video

domenica 22 gennaio 2017

Perchè molti mi dicono che il "bene" fatto non si deve raccontare o divulgare ?

Perchè molti mi dicono che il "bene" fatto non si deve raccontare o divulgare ?
Per quale motivo lo dicono?


Aspettiamo i vostri commenti ....


Ecco i commenti che abbiamo raccolto su Facebook

1- Forse perché la divisione tra popoli e uomini abbasserebbe i profitti e i consumi?
2- Perché ti potrebbero arrivare pensieri di vibrazione bassa dalle persone che sono più o meno invidiose. ..purtroppo. .

3-  Forse perché se diventasse una moda come farebbero a sentirsi superiori gli egoisti?

4- Invece si deve raccontare e divulgare cosi altri capiscono e condividono( non tutti ovviamente) ma ultimamente tanti!!!!!

5- Perché. ..se hai il cuore...è l altro che divulga x te

6- Perché forse alcuni dicendo cosi vogliono già avere la scusante nel senso che non fanno del bene ma vorrebbero far credere che ne fanno

7-  Per non crearsi aspettative di torna conto ...Fai del bene e dimentica

8- Forse perché i nostri figli potrebbero imparare l'altruismo e poi da grandi diventerebbe difficile farli diventare soldati del profitto?

9- Non farti tante domande, se vuoi aiutare aiuta senza aspettarti niente in cambio, eventualmente se vuoi lo puoi anche chiedere, dipende io delle volte lo faccio tanto per non abituare le persone al vizio di solo avere. Dillo tranquillamente se qualcuno lo chiede senza voler dimostrarti grande per quello che hai fatto e cerca di far capire che si va bene aiutare ma fino a un certo punto perché esistono anche i parassiti che si approfittano

10- Perché ti potrebbero arrivare pensieri di vibrazione bassa dalle persone che sono più o meno invidiose. ..purtroppo. .

11 -  Forse perché la divisione tra popoli e uomini abbasserebbe i profitti e i consumi?

12 -  Forse perché se diventasse una moda come farebbero a sentirsi superiori gli egoisti?

13 - Se il bene non lo dobbiamo divulgare perchè deve essere segreto, quale esempio potrebbero seguire i nostri figli? forse quello del profitto e della competizione che ci indottrinano tutti i giorni?



- - 😊


sabato 21 gennaio 2017

Raymond Bard il suo Sapere in cambio del tuo Volontariato o di una tua Donazione a qualsiasi ente No Profit











Ecco Come ripagare il Tempo e la Conoscenza che  io ti donerò per migliorare la tua esistenza.

Mi pagherai Con ciò che hai  maturato nella tu vita..
 Tempo o Denaro

Con il tuo Tempo:
Puoi fare del  volontariato online condividendo notizie di utilità sociale. 

Con il tuo Denaro: 
Farai delle libere donazioni tramite Bonifico bancario a qualsiasi Associazione No Profit, Fondazione o Onlus 
(la causale del bonifico  te la diciamo noi)



Consulenza su appuntamento con Raymond Bard o con altri membri del progetto " GOLD ANGELS"
30   minuti   100 euro       o 10 ore di volontariato
60   minuti   200 euro       o 20 ore di volontariato
120  minuti  350 euro       o 35 ore di volontariato
180  minuti  500 euro       o 50 ore di volontariato

Consulenza telefonica
Fino a 10 minuti 20 euro   
Da 10 a 20 minuti 50 euro
Da 20 a 30 minuti 100 euro   o 10 ore di volontariato

Olistic Training a distanza
Un mese di consulenza   500 euro   o   50 ore di volontariato
2   mesi       800 euro            o       80 ore di volontariato
3 mesi    1000 euro           o    100 ore di volontariato.

Finalmente  da oggi il vostro tempo o il vostro  denaro servirà ad aiutare voi stessi e migliorare questo mondo.


NB:  
- Se il vostro buon cuore vi consiglia di donare di più fatelo 
- Se il vostro cuore vi dice di effettuare una libera donazione a Raymond Bard o ad altri Gold Angels che saranno a vostra disposizione fatelo...

Per chi non ci conosce può dedicare del tempo a scoprire chi siamo e cosa stiamo facendo per migliorare questo mondo..

Namastè

lunedì 16 gennaio 2017

PROMOTER ON LINE PER NO PROFIT DA OGGI FA' CURRICULUM - MONDO NO PROFIT - INIZIA CON 15 MINUTI AL GIORNO E VEDI I BENEFICI


https://www.facebook.com/groups/305046176280522/


TI PIACEREBBE DEDICARE ANCHE 15 MINUTI AL GIORNO PER UNA BUONA CAUSA?

COSA BISOGNA FARE?


- PUBBLICARE NOTIZIE DI UTILITA' SOCIALE , VOLONTARIATO , INIZIATIVE PER IL RISPETTO DELLA NATURA, RISPETTO PER GLI ANIMALI, RISPETTO DEI DIRITTI UMANI E SOCIALI...

- CONDIVIDERE I CONTENUTI DI QUESTO GRUPPO IN ALTRI GRUPPI O PAGINE FACEBOOK.

- AGGIUNGERE NUOVI MEMBRI A QUESTO GRUPPO.

giovedì 5 gennaio 2017

ASSOCIAZIONI NO PROFIT DI UTILITA' E PROMOZIONE SOCIALE E LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE

IL MONDO NO PROFIT 

IMMAGINI PER CAPIRE MEGLIO 




















CORSO GESTIONE DELLE RISORSE UMANE - VOLONTARI ASSOCIAZIONE NAMASTE' INTERNATIONAL

GESTIONE DELLE RISORSE UMANE 


CORSO ON LINE PER I NOSTRI ASSOCIATI, VOLONTARI E SOSTENITORI.


Ringrazio la scuola "Accademia Domani" che ci da la possibilità di preparare culturalmente e professionalmente tutti gli associati della nostra associazione a un prezzo vantaggioso.. 

Ecco alcuni appunti di questo meraviglioso corso di formazione.


Gestione dell’Ambiente Lavorativo
Nella gestione e organizzazione di un ambiente lavorativo ottimale è
senz’altro necessario un approccio olistico.

Si ricerca un approccio olistico dal momento che un buon ambiente
di lavoro, senza necessariamente arrivare ai livelli di efficienza e
completezza di Google, dovrebbe garantire sempre ai lavoratori le
seguenti qualità di base:
• Sicurezza & Controllo
• Efficienza & Manutenzione
• Comunicazione & Socialità
• Supervisione, Considerazione & Valutazione
… senza scordare il fattore di “interesse” per cui un ambiente
lavorativo dovrebbe sempre venir considerato, in tutti i suoi aspetti
logistici ed umani, come coinvolgente e piacevole.
Il luogo stesso dove si lavora contribuisce senz’altro a rendere una
data attività lavorativa più interessante.
Luogo di Lavoro e Sicurezza

 -  Screening delle attività lavorative Questo aspetto prevede:
presenza o meno di strumenti e/o personale addetto alla
supervisione, valutazione ed incentivazione delle attività dei

lavoratori (formulazione per il supporto alle attività, per
l’elaborazione di piani di carriera, benefit, ecc.)


 L’informatica al servizio della sicurezza
Internet rappresenta uno strumento estremamente utile anche sul
piano specifico della formazione dei dipendenti sulla sicurezza.

Utilizzando mezzi propri del web (newsletter, mailing list, ecc.) è
possibile far si che i lavoratori vengano costantemente aggiornati su
cambiamenti, avvenimenti e possibili rischi legati al luogo di lavoro.
Tali strumenti informativi sono utili soprattutto in fase di formazione
dei dipendenti sul grado di rischio. Per ottimizzare i tempi, invece
dell’organizzazione periodica in sede di riunioni specifiche, può
essere ugualmente valido inviare tramite Internet tutte le informazioni
necessarie a tutti i dipendenti, allo stesso tempo.
Ovviamente rientra pienamente nei doveri di ogni lavoratore
l’obbligo di prendere visione di tutte le regole sulla sicurezza vigenti
nel proprio ambiente di lavoro



Un Luogo di Lavoro Appagante
Come messo in evidenza all’inizio del corso, lo stato mentale
positivo di un dipendente sul luogo di lavoro serve a migliorare il suo

impegno e di conseguenza anche il suo livello di rendimento.
Tuttavia, quando un ambiente di lavoro non è adeguatamente
stimolante, il lavoratore comincerà tendenzialmente a reputare la
propria attività come “noiosa” o addirittura “inutile”, perdendo
interesse in essa e svolgendola in maniera meno efficiente.

Un’amministrazione scolastica di supporto, incline allo sviluppo di
nuovi progetti ed iniziative, anche su richiesta degli insegnanti,
rappresenta senz’altro un ambiente lavorativo migliore non solo per i

docenti ma anche per gli stessi studenti, non sempre impegnati nelle
stesse attività di routine.
Un ambiente lavorativo “appagante” non serve solamente a
migliorare la produttività dei dipendenti ma anche ad evitare ciò che
nella legge sulla sicurezza è definito come Stress da Lavoro
Correlato (SLC, art. 28, D. Lgs. 81/98).


Stress lavoro correlato
Infatti alle principali tipologie di rischio analizzate finora va aggiunta
anche questa specifica categoria - SLC.

In questa tipologia rientrano soprattutto quei rischi di origine psicosociale
che colpiscono lo status emotivo del lavoratore.
Tali rischi dipendono direttamente da scelte aziendali inadeguate,
soprattutto da un punto di vista di Gestione delle Risorse Umane, per
cui le persone coinvolte non vengono più considerate come risorse e
pertanto vengono sminuite nelle capacità lavorative, ignorate ed
emarginate dall’intera organizzazione lavorativa


Soddisfazione sul lavoro La locuzione “soddisfazione sul lavoro” è stata internazionalmente definita come: “la reazione specifica di ogni individuo all’esperienza lavorativa” (1997, Berry, L. M., Psychology at Work, San Francisco, McGraw Hill.). Esistono diverse componenti fondamentali per il raggiungimento di un ambiente di lavoro soddisfacente e stimolante per ogni lavoratore. I fattori o variabili che prenderemo in considerazione sono fondamentali dal momento che insieme influenzano il modo con cui il lavoratore percepisce la sua attività lavorativa e di conseguenza anche l’ambiente e l’azienda presso cui è assunto. Tali fattori fondamentali sono: 1. Stipendio 2. Promozioni, Incentivi e Benefit 3. Supervisione 4. Collaborazione tra Colleghi & Comunicatività sul Luogo di Lavoro 5. Ambiente

Stipendio. Un lavoro retribuito in maniera inadeguata verrà considerato dal lavoratore stesso come poco importante. Sebbene la paga non costituisca sempre il fattore di soddisfazione principale per un lavoratore, essa rappresenta comunque “materialmente” la considerazione di un dato incarico da parte dell’azienda.

Promozioni, Incentivi e Benefit. Un ambiente in cui al lavoratore non sono riconosciuti i progressi nelle singole attività e il livello di esperienza accumulato, comunica ancora una volta al lavoratore la scarsa importanza che l’azienda rivolge alla sua attività. Un lavoratore privo di obiettivi in termini di attività specifiche, posizione aziendale e salario non ha motivo di migliorare ulteriormente il proprio rendimento.

- Supervisione. Quando in un luogo di lavoro non si presta attenzione e non si verificano le attività svolte in un dato momento, i lavoratori percepiranno di lavorare non per un azienda ma solamente per uno stipendio, senza particolari obiettivi di crescita professionale.

- Collaborazione e Comunicatività. In un’azienda in cui lavorano molti dipendenti, magari organizzati in settori di attività specifici, è importante che tali dipartimenti siano sempre in contatto. Allo stesso modo all’interno di una stessa area lavorativa aziendale dovrebbe essere sempre incentivata, da parte dei supervisori, la condivisione delle attività dei singoli e la collaborazione nella realizzazione di progetti. Un buon livello di comunicazione in termini lavorativi tra dipendenti serve di conseguenza a migliorare anche i rapporti interpersonali, evitando l’insorgere di conflitti.

Ambiente. Un luogo di lavoro dovrebbe presentare sempre delle strutture adeguate affinchè ogni dipendente possa essere facilitato e non ostacolato nello svolgimento delle sue attività. Tali strutture (scrivanie e sedie, cancelleria, reti, telefoni, computer, ecc.) rappresentano i requisiti ambientali minimi affinchè un lavoratore possa considerare la sua attività come adeguatamente valutata da un punto di vista professionale. Un tecnico assunto allo scopo di realizzare un database di gestione delle risorse umane, a cui non viene fornita la strumentazione tecnica necessaria percepirà il suo lavoro all’interno dell’azienda come inutile e pertanto tenderà ad eseguirlo con superficialità. 

- Valutazione del Livello di Soddisfazione Ogni azienda, anche nell’ambito del rispetto delle norme legislative sulla sicurezza, dovrebbe fornire agli impiegati un sistema di valutazione dell’ambiente lavorativo sperimentato. In questo modo non solo i lavoratori si sentiranno coinvolti nell’organizzazione aziendale ma la stessa azienda e il suo dipartimento di risorse umane saranno in grado di stabilire più facilmente quali aspetti devono essere migliorati. Un esempio di tale tipologia specifica di test è rappresentata dal cosiddetto “Questionario di Soddisfazione Lavorativa” (QSL). Tale tipologia di test può essere elaborata direttamente dalla stessa azienda (magari proprio dal dipartimento di Gestione delle Risorse Umane) per valutare la soddisfazione del proprio personale. In alternativa tali questionari possono essere creati ad hoc per le singole aziende da compagnie specializzate in consulenza di Gestione delle Risorse Umane dall’esterno. Pertanto allo stato attuale non esiste ovviamente un modello di questionario già utilizzabile per ogni attività lavorativa e azienda.

- Le 12 Domande Chiave 
1. Sei cosciente di ciò che ti aspetta sul luogo di lavoro (attività, persone coinvolte, ecc.)? 
2. Sono a tua disposizione tutti i materiali di cui hai bisogno per svolgere in maniera adeguata la tua attività? 
3. Al lavoro, hai l’opportunità di lavorare ogni giorno al meglio delle tue capacità? 
4. Nell’ultima settimana il tuo lavoro, se ben svolto, è stato valutato positivamente? 
5. Il tuo supervisore sembra considerarti come persona oltre che come semplice lavoratore? 
6. C’è qualcuno al lavoro che incoraggia i tuoi progressi? 
7. Al lavoro, le tue opinioni sembrano essere considerate? 
8. Gli obiettivi della tua azienda ti fanno percepire il tuo lavoro come importante? 
9. I tuoi colleghi mostrano uguale impegno e dedizione nell’attività lavorativa di ogni giorno? 
10. Hai stretto delle buone amicizie sul luogo di lavoro? 
11. Negli ultimi sei mesi qualcuno ti ha parlato riguardo ai progressi lavorativi che ti hanno visto coinvolto? 
12. Nell’ultimo anno hai avuto possibilità di apprendimento e crescita lavorativa? 
Le risposte a queste domande servono a mostrare con evidenza all’azienda:  le personali percezioni di ogni lavoratore riguardo le proprie attività.  il grado di soddisfazione e di interesse dei lavoratori nei confronti delle attività lavorative svolte e degli obiettivi aziendali. Risposte negative a tali domande permettono ai supervisori e agli addetti all’ufficio delle Risorse Umane di elaborare le opportune strategie per ovviare a tali mancanze sull’ambiente di lavoro.

 Design Organizzativo
La progettazione organizzativa delle varie figure lavorative richiede un’attenta pianificazione strutturale proprio in base a quelli che sono i principali obiettivi aziendali.
In base alle diverse tipologie aziendali è comunque possibile far riferimento a tre tipologieorganizzative di base:
• Struttura Organizzativa “Burocratica”
• Struttura Organizzativa “Piatta”
• Struttura Organizzativa “Aperta” o “Senza Confini”;


 
Organizzazione Burocratica

 
La compagnie che adottano tale tipo di organizzazione sono basate su una struttura piramidale, rigorosamente gerarchica, con diversi livelli di gestione e supervisione delle attività.
In cima alla piramide o catena di comando si trova il manager o il responsabile aziendale che gestisce e regola l’intera catena di comando, stabilendo i ruoli e i compiti dei suoi subordinati.
Generalmente tale struttura organizzativa viene adottata da quelle compagnie che
hanno adottato una strategia di mercato “difensiva”.
Tale strategia “difensiva” indica la volontà di un’azienda di rimanere strettamente nei limiti del suo settore di competenza, evitando di espandersi attraverso un’estensione e diversificazione dei prodotti e dei servizi forniti.
In questo modo, un’azienda strutturata in maniera gerarchica può avere un controllo completo sui costi aziendali ed operare sempre in un mercato ben conosciuto.
Un classico esempio di tale struttura organizzativa proviene ovviamente dall’ambiente militare, dove si ha per eccellenza una determinata e rigida catena di comando.
Un’organizzazione burocratica si basa interamente anche su una divisione funzionale del lavoro. Gli impiegati in un’azienda di questo tipo sono divisi in base ai loro compiti.
In questo modo, in un’azienda così strutturata, troveremo i lavoratori organizzati in diversi gruppi di azione e produttività: avremo ad esempio i commercialisti organizzati insieme in un settore “contabilità”, i programmatori inseriti all’interno di un dipartimento di “sviluppo software”, ecc.
Una struttura organizzativa di questo tipo è di conseguenza basata sulla specializzazione delle attività dei lavoratori, che proprio in base alle loro capacità vengono inseriti in determinati gruppi lavorativi, tutti regolati dall’azione di un supervisore che fa da tramite tra il gruppo e il direttore di dipartimento e/o d’azienda.
In questo modo le posizioni lavorative risultano estremamente rigide: un lavoratore impiegato nel settore contabile e finanziario avrà degli specifici compiti, completamente diversi e separati da quelli invece svolti ad esempio nel settore di marketing e comunicazione aziendale. In aziende di questo tipo, la rigidità strutturale spesso limita anche la mobilità dei dipendenti: chi si occupa di sviluppo software, anche acquisendo nuove capacità in campo contabile difficilmente potrà
progredire in tal senso, lavorando già all’interno di un reparto, dove la formazione è legata strettamente alle conoscenze informatiche.


Organizzazione Piatta

 
Una compagnia che ha una strategia di base prospettica sceglie generalmente un tipo di organizzazione aziendale “piatta”.
Al contrario delle aziende che adottano una strategia difensiva ed operano in un mercato stabile, fornendo sempre gli stessi prodotti/servizi, compagnie con una strategia prospettica mirano ad enfatizzare i fattori di crescita ed innovazione, sviluppando nuovi prodotti/servizi e aprendosi verso nuove aree di mercato.
Un’organizzazione piatta, tipica di aziende con tale scelta strategica, conta pochi livelli manageriali ed incoraggia la partecipazione dei dipendenti, di ogni settore e livello, nelle decisioni aziendali che pertanto non sono più gestite unicamente dal direttore aziendale e/o dai responsabili di settore.
Le strutture aziendali “piatte” sono generalmente organizzate per team di lavoro: tali team rappresentano diversi prodotti, servizi o clienti della stessa società.
Lo scopo di tale sistema organizzativo è di creare dipartimenti ristretti e con un alto grado di indipendenza: capaci quindi di adattarsi in ogni momento alle necessità e ai desideri della diversa clientela, agendo come piccole aziende, con i loro obiettivi, all’interno di un’azienda più grande.


Organizzazione Aperta (“Senza Confini”)

 
Una struttura organizzativa di questo tipo permette alle aziende di creare delle relazioni specifiche con i clienti, i fornitori e i concorrenti in una stessa fascia di mercato: questo al fine di condividere uno stesso bacino di risorse comuni e aumentare il livello di cooperazione per raggiungere i propri obiettivi, con un maggiore controllo dei costi.
Strutture organizzative di questo tipo prendono spesso la forma di alleanze tra aziende che in questo modo condividono le proprie risorse lavorative, i prodotti/servizi proposti ed i canali di distribuzione e comunicazione.
Organizzazioni di questo tipo vengono spesso adottate da quelle aziende che operano in un mercato vario, in continuo mutamento e che pertanto hanno adottato una strategia commerciale di tipo prospettico.
Come le aziende strutturate in maniera “piatta” anche in questo caso viene privilegiata una struttura lavorativa libera, priva di troppi livelli manageriali e di controllo: anche nelle strutture “aperte” si privilegia
l’aspetto del lavoro di squadra, organizzato in maniera ancora più libera dal momento che gruppi di lavoro con uno stesso obiettivo possono essere formati da dipendenti provenienti da aziende diverse che operano in vista di obiettivi comuni.
Un esempio di tale tipo di organizzazione viene ad esempio dalla Apple. Questa compagnia ben conosciuta su scala mondiale è partner della Foxconn, un’azienda di elettronica con sede a Taiwan, responsabile della produzione in loco di prodotti Apple come ad esempio l’iPhone, l’iPad, ecc., che vengono poi inviati negli Stati Uniti.

 

Adesso vi trasmetterò conoscenza con delle immagini che ho trovato su google





















LIBERA DONAZIONE

PayPal JS SDK Standard Integration